Nelle notti di freddo maestoso,
quel freddo, il quale porti rispetto.
Freddo, il solo a provocarti l’angoscia.
Il freddo intellettivo, quello della mancanza di qualcuno.
Il gelo di riconoscerti tale.
Dove la parola calore, come un uomo nella morbida dittatura,
senz’agitarsi troppo, perde sconcertato il suo significato.
Ed ogni senso, il Senso, affievolisce, come chi sviene
ed accetta misteriosamente l’atto.
Non molto, sono sincero, posso fare per te,
se non diventare, un plaid rosso fuoco.
Mi potrai avvolgere nel tuo corpo,
stesa sul divano. Se vuoi quando ti svegli, sopra il letto.
Quando ti stanchi puoi buttarmi per terra, cercherò di scaldarti,
se mi cammini sopra, scalza.
Non molto, sono sincero, posso fare per te,
non posso diventare veramente la tua coperta
non posso scaldare il tuo corpo.
Ma ogni volta, mi sarà permesso,
ti racconterò una storia nuova, allora potrò fare molto per donarti un poco di calore
perché le mie parole lette ad alta voce ti scalderanno il cuore.
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